587 anni dalla morte di Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci, uomo simbolo del periodo rinascimentale, è e rimarrà per sempre uno dei nomi italiani più conosciuti non solo nel nostro paese, ma anche all’estero. Non potrebbe essere diversamente per un uomo che nel corso della sua vita si è occupato di pittura, scultura, architettura, anatomia, musica e della progettazione di nuove invenzioni. Il suo ingegno e il suo talento lo hanno portato a essere considerato uno dei più grandi geni dell’umanità. Questo genio, si spegneva ad Amboise esattamente 587 anni fa, il 2 maggio 1519.

Nato a Vinci il 15 aprile 1452 da una relazione clandestina, Leonardo fu avviato allo studio del disegno e della pittura dal padre che lo inserì all’interno della Bottega del Verrocchio a Firenze, officina da cui, tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, sono usciti alcuni dei più grandi artisti italiani (Sandro Botticelli, tanto per citarne uno).
Durante gli anni di formazione, Leonardo ebbe modo di iniziare a sperimentare alcune delle tecniche pittoriche che avrebbero successivamente reso i suoi quadri tanto famosi e apprezzati. Tra queste, ricordiamo l’uso della prospettiva aerea (che ricrea la profondità di campo attraverso la sfumatura dei contorni degli oggetti più lontani dal punto di vista dell’osservatore), l’utilizzo della pittura ad olio, l’attenzione all’armonia tra personaggi e paesaggio.

vergine delle rocce la stanza

Durante i suoi numerosi viaggi che lo portarono a Milano, a Venezia, a Roma e in Francia, l’artista realizzò numerose opere che oggi sono sparse nei musei di tutto il mondo e ancora studiate da storici e critici dell’arte che cercano di portare alla luce i numerosi misteri che circondano le figure rappresentate da Leonardo e intorno a cui si sono sollevate numerose e disparate teorie (c’è anche chi, come Dan Brown, ci ha costruito la sua fortuna di scrittore). L’ambiguità sicuramente più nota è quella del sorriso dei personaggi rappresentati da da Vinci, di cui l’esempio più lampante è sicuramente La Gioconda.

Gioconda la stanza

La figura femminile probabilmente più famosa al mondo è stata oggetto di studi e di ipotesi nel tentativo di identificazione e di comprensione del suo fascino e della sua magia. Per alcuni è stata fonte anche di grandissima delusione: molte sono le persone che ritornano dalla visita al Louvre dicendo che il quadro, per le dimensioni ridotte, per la confusione che c’è intorno, per la presenza di troppe persone, non suscita alcuna emozione particolare dal vivo. Sta di fatto, che ancora oggi si cerca di studiare La Gioconda, tanto che recentemente è stato osservato dal critico Silvano Vincenti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali, che il ritratto rappresenterebbe un perfetto connubio tra un volto maschile e uno femminile (per ulteriori informazioni, potete leggere qui).

studi anatomici leonardo da vinci la stanza

Alla produzione artistica si accompagnano numerosi studi di anatomia umana (che riguardano soprattutto muscoli e ossa), ma anche animale; in particolar modo, Leonardo è affascinato dal volo degli uccelli che studia per cercare di capire come permettere all’uomo di fare altrettanto.

Tra i suoi numerosi scritti, ricordiamo anche il Trattato della pittura di cui La Stanza vi propone alcuni passi che riguardano la rappresentazione del corpo femminile. Speriamo così di rendere omaggio all’uomo “senza lettere” che, grazie alla sua mente brillante, ha lasciato un segno indelebile nella storia.

 [Le donne debbono essere ritratte] con atti vergognosi, le gambe insieme strette, le braccia raccolte insieme, teste basse e piegate in traverso.

[Per cogliere la bellezza dei volti di una donna] è necessario che non si facciano muscoli con aspra definizione, ma i dolci lumi finiscano insensibilmente nelle piacevoli e dilettevoli ombre, e di questo nasce grazia e formosità.

Non usare le affettate acconciature o capellature di teste. Quelli che lo fanno hanno come principali consiglieri lo specchio ed il pettine, ed il vento è loro capital nemico, sconciatore degli azzimati capelli. […]Fa’ tu adunque alle tue teste i capelli scherzare insieme col finto vento intorno ai giovanili volti, e con diverso rivoltare graziosamente ornarli.

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Federica Crisci

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